Uno "scudo fiscale" per far tornare in Italia i giovani cervelli. Si farà con lo strumento del credito d'imposta, in versione "double face": per i talenti, che decidono di rientrare, l'incentivo sarà di 25mila euro l'anno, per un triennio, mentre per le imprese o i titolari di partita Iva, che li assumono a tempo indeterminato, scatterà un bonus mensile di 500 euro, fruibile, per 3 anni, dalla data di assunzione. Lo prevede la proposta di legge "bipartisan", firmata, tra gli altri, dagli onorevoli Enrico Letta (Pd) e Maurizio Lupi (Pdl), che inizia, oggi, alle ore 14, l'esame in Commissione Finanze della Camera. Chiaro l'obiettivo del provvedimento: frenare quell'emorragia di "colletti bianchi" che dagli anni '90 lacera il tessuto culturale e produttivo del Belpaese. Secondo una recente inchiesta Eurostat sulla forza lavoro nell'Unione europea, sono impiegati all'estero il 2,3% di laureati italiani (prevalentemente del Nord), contro lo 0,6% della Germania, l'1,1% della Francia, lo 0,9% del Regno Unito, lo 0,8% della Spagna. Un gap che non viene colmato dalla presenza di laureati stranieri nel Belpaese, ferma a un modestissimo 0,3 per cento: con una performance complessiva (-2%) da ultimo banco nell'area Euro.

Per risalire la china, le nuove norme, che si applicheranno, fino al 2013, non solo agli under 40 italiani, ma, anche, a quelli comunitari, che hanno risieduto in Italia per almeno 24 mesi e che, ora, decidono di rientrare nel Belpaese, prevedono 4 diverse tipologie di incentivi. Tutti, comunque, utilizzabili, nel rispetto delle regole "de minimis" sugli aiuti d'importanza minore, in compensazione di imposte dirette, indirette e di contributi previdenziali.

I primi 3 casi di "aiuti", riguardano giovani (comunitari e con meno di 40 anni), con residenza o lavoro dipendente all'estero da almeno 24 mesi continuativi. Se vengono assunti come dipendenti, avranno diritto a un credito d'imposta di 25mila euro, per 3 anni, elevabile a 50mila se destinati a sedi ubicate nelle regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo o Molise. Qualora, invece, decidano di intraprendere un'attività d'impresa o di lavoro autonomo, il bonus fiscale resta di 25mila euro, sempre per 3 anni, a cui, però, viene aggiunto un beneficio variabile pari al 40% delle spese d'investimento in beni materiali e immateriali, che sale al 60% se tali spese sono effettuate da donne. Nel caso, poi, l'attività è aperta in una delle 8 regioni sopra menzionate, l'incentivo arriva a 50mila euro e il beneficio variabile sale al 60% (l'80%, nel caso di "imprenditrici in gonnella").

La quarta e ultima tipologia di sostegno riguarda le imprese e i titolari di partita Iva che assumono questi giovani, con contratto a tempo indeterminato. In questo caso, il credito d'imposta è di 500 euro al mese, per 3 anni, per ciascun lavoratore assunto, a condizione, però, che i nuovi arrivati siano destinati in sedi ubicate nelle 8 regioni meno sviluppate. Altro paletto alla concessione dell'incentivo, è che l'impresa non abbia licenziato l'anno prima.

Gli adempimenti per il rientro saranno curati dalle sedi consolari all'estero e, per eventuali familiari a carico, che lo vorranno, sono previsti corsi gratuiti di lingua italiana. La procedura per fruire dei crediti d'imposta sarà telematica e gestita direttamente dall'agenzia delle Entrate. Si decade dal beneficio se si trasferisce nuovamente la residenza all'estero entro 5 anni dalla data di prima fruizione dell'incentivo. I beneficiari di tali incentivi continuano a godere, anche in Italia, degli eventuali vantaggi e diritti garantiti dal sistema assistenziale e previdenziale dei Paesi di provenienza. Il limite massimo di spesa per i bonus fiscali in questione è fissato in 100 milioni per il 2009 e 150 milioni, a decorrere dal 2010. È previsto, anche, un co-finanziamento regionale.

 

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